
Ho potuto constatare che esse non si mostrano interamente al visitatore al primo colpo d'occhio, bisogna guadagnarsele, avere pazienza. Ma, dopo qualche passo, migliaia di metri quadri di pitture murali e di statue dipinte si offrono alla vista. Le grotte non si visitano tutte in una volta sola, perché non sono tutte aperte nello stesso momento. Perciò, ne potrai vedere 10 o 11 alla volta, ma non di più.
Queste grotte sono in realtà delle cavità scavate dall'uomo oltre 1000 anni fa. Scolpite e dipinte, presentano dei temi d'ispirazione buddhista. Vi si notano numerosi affreschi, che mi hanno ricordato i disegni degli uomini preistorici. I colori sono rimasti vivaci e cambiano a seconda dell'angolazione della luce.
Questo patrimonio fu scoperto da un monaco, nel 1900. Portò alla luce anche un'immensa biblioteca. Essa contiene migliaia di manoscritti e di oggetti antichi ben conservati. È la più importante del mondo per la cultura antica dell'Oriente, un riferimento inestimabile per la storia della Cina antica.
La cosiddetta "Biblioteca Murata" portò sul luogo diverse spedizioni di archeologi da tutto il mondo: una angloindiana, una francese, una giapponese e una russa. Aurel Stein, archeologo inglese, portò via circa 7000 manoscritti e più di 500 pitture, oggi conservati al British Museum di Londra e all'Indian National Museum di Nuova Delhi. Il sinologo francese Paul Peillot contribuì alla catalogazione del patrimonio e portò con sé più di 6000 manoscritti per conto del Museo Guimet di Parigi. Benché non si possa vedere tutto sul posto, possiamo consolarci sapendo che queste ricchezze sono protette in luoghi sicuri.
Le grotte traboccano di segreti. Prendiamo ad esempio la grotta 302. Vi scoverai scene antiche della dinastia Sui e delle illustrazioni delle spedizioni della popolazione di una volta. I disegni che rappresentano dei cammelli agganciati a un carro testimoniano gli scambi commerciali dell'epoca, quando i mercanti passavano per la Via della Seta. Così, nell'antro di questa cavità, è possibile condividere un po' la vita antica della Cina.
Un'altra cavità che mi ha colpito durante la mia visita, la grotta 61: un luogo interessante dove si possono apprezzare i paesaggi del monte Wutai. Ogni dettaglio è disegnato in modo preciso: vi sono raffigurate montagne, fiumi, templi, città, strade e persino carovane. Questo lavoro minuzioso fa quasi pensare a una vera carta geografica, incanterà i ricercatori in erba.
Man mano che il visitatore avanza nelle grotte interminabili, non smette di domandarsi come un'opera del genere sia possibile.