Il viaggio è stato organizzato in due fasi distinte: la prima settimana è stata dedicata all'ovest della Mongolia, sui Monti Altai, con lo splendido Festival delle Aquile vicino a Sagsai e un assaggio di vita locale in mezzo ai nomadi kazaki e alla cittadina di Olgii. La seconda settimana ha avuto come filo conduttore i grandi monasteri buddisti, con un itinerario che, dalla capitale, si è dipanato a sud verso il deserto del Gobi, per poi virare verso ovest fino a Karakorum, la vecchia capitale di Gengis Khan, per poi dirigersi verso nord fino allo splendido monastero di Amarbayasgalant.
Gli spazi infiniti e ancora incontaminati dal turismo, dove la natura e gli animali regnano incontrastati
L'inferno della capitale Ulaan Baatar, dove le centrali elettriche a carbone ereditate dal periodo comunista e il traffico automobilistico indiscriminato rendono l'aria irrespirabile e gli spostamenti impossibili