In mongolo, Tavanbogd significa «i cinque santi», nome che fa riferimento alle cime Huiten, Naran, Ölgiy, Burget e Nairamdal. Mi è piaciuto passeggiare in questo angolo ai confini del mondo. Lo spaesamento è totale, tanto che qui ci si crede ancora all'alba del mondo. Gli abitanti della regione, per la maggior parte espressione delle minoranze kazaka e musulmana, non derogano alle regole millenarie dell'ospitalità mongola.
Sono molti gli itinerari che si possono programmare con partenza da Ölgiy. Prima di dirigerti più a sud, ti consiglio di fare una scappata al sito di Tsagaan Salaa, nel nord-ovest, complesso di più di 10.000 pitture rupestri estese su 15 km e realizzate nel periodo tra il neolitico e l'età del bronzo.
Poi, direzione sud e il parco nazionale, dove potrai percorrere le più grandi montagne della Mongolia. La scalata (non tecnica) del Malchin Uul (4005 m) è interessante perché dalla cima si può vedere tutta la catena, compresi i suoi versanti cinese e russo.