Giorno 1 – Benvenuti a Khiva: una favola a cielo aperto
Cosa dire? Varcare le mura di Ichan Qala è come entrare in un sogno orientale. Minareti turchesi, madrase decorate e un'atmosfera che profuma di spezie e storie antiche. Guida (Farida): preparata, sorridente e appassionata, ci ha guidati con grazia tra i tesori nascosti della città murata, rendendo ogni tappa un racconto vivido. Highlight: la visita alla Moschea Juma, con le sue 213 colonne in legno, è pura poesia.
Giorno 2 – Le fortezze dimenticate del deserto
Un'escursione emozionante tra le sabbie del Karakalpakstan, alla scoperta di città perdute come Toprak Qala e Ayaz Qala. Panorami lunari, storia millenaria e un pranzo tra le dune nel campo di yurte. Guida (Farida): instancabile e coinvolgente, ha dato voce alle pietre antiche e alla storia dei khan. Plus: la masterclass di cucina nella casa storica dei discendenti del segretario del khan è stata un'esperienza autentica e toccante.
Giorno 3 – Attraverso il deserto verso Bukhara
Un viaggio tra cammelli, steppe infinite e il fiume Amu Darya. Un vero road movie in chiave centroasiatica. Senza guida: eppure, l'autista Hamza, con la sua gentilezza e disponibilità, ha reso il tragitto interessante e rilassato. Alloggio: il *** Hotel, un hotel in centro, accogliente e nuovo.
Giorno 4 – Bukhara: il cuore spirituale dell'Asia Centrale
Una città che incanta. Dai minareti dorati al fascino delle madrase antiche, tutto a Bukhara parla di fede e cultura. Guida (Saodat): una vera narratrice, elegante e colta, ci ha trasportati nella storia di ogni pietra. Serata: da “dimenticare” la cena con spettacolo folk alla Madrasa Nodir Devonbegi: musica, danza e sfilata di moda (come anche indicato nella guida***. 2018, pag. 269, “non è particolarmente interessante”). Meglio non fare!
Giorno 5 – Vita rurale a Hayat
Un tuffo nella vita vera: mungitura, burro fatto a mano, plov cucinato insieme, e storie sotto il cielo stellato. Senza guida: ma il contatto con*** custode della riserva, ha colmato ogni parola mancante con autenticità. Cosa resta nel cuore: il calore della famiglia ospitante e la sincerità dei sorrisi.
Giorno 6 – Notte tra le yurte a Sayyod
Un'oasi di pace tra le montagne, dove il tempo rallenta. Tiro con l'arco, passeggiate panoramiche e silenzi pieni di significato, la piscina tra le montagne; l'ambiente parla da sé; il pomeriggio una guida locale ci ha fatto fare una passeggiata, nel villaggio, che è stata molto interessante e rilassante. Serata con i bambini del Campo Estivo: la magia del Sayyod Yurt Camp è quella che ti riconcilia con il mondo; la sera abbiamo trascorso una bella serata con i bimbi del campo estivo tra balli tradizionali e musica tradizionale.
Giorno 7 – Samarcanda, la perla della Via della Seta
Piazza Registan lascia senza fiato. Le madrase brillano di storia, e il bazar è un'esplosione di colori e profumi. La sera abbiamo assistito ad uno spettacolo, gratuito di luci e storia, proiettiate sulla facciata della madrassa. Guida (Nilufar): competente, spiritosa e calorosa, ci ha fatto vivere Samarcanda come un'antica favola timuride. Must: il Mausoleo Gur-e-Amir, un capolavoro architettonico e spirituale.
Giorno 8 – Dalla seta ai treni veloci
Un giorno denso: rovine sogdiane, tappeti annodati a mano e carta di seta fatta secondo tecniche millenarie. Guida (Nilufar): sempre impeccabile, ha trasformato ogni visita in un laboratorio culturale. Curiosità: salire sul treno ad alta velocità verso Tashkent è un salto nel futuro dopo tanta storia!
Giorno 9 – Tashkent: la metropoli che sorprende
Tra moschee antiche, mercati brulicanti, metropolitana dallo stile sovietico e caffè retrò, Tashkent si rivela in tutta la sua identità doppia: più moderna che tradizionale. Guida (Sebi): simpatica, matura, ci ha fatto vedere la città che attualmente, almeno nella parte antica è un cantiere, quindi di difficile fruizione per i turisti. Molto abbiamo con lei dialogato sulle condizioni della donna in Uzbekistan. Culmine gustativo: il plov cucinato nei kazan giganti è stato uno spettacolo nello spettacolo.
Giorno 10 – Arrivederci Uzbekistan
Un tour indimenticabile che ha unito cultura, paesaggi, umanità e tradizioni. Difficile dire addio, ma con il cuore pieno e gli occhi carichi di meraviglia. Una civiltà su cui bisogna riflettere!
Numero uno del viaggio l'autista Hamza, con la sua gentilezza e disponibilità, ha reso il tragitto interessante e rilassato e ci ha sempre “coccolato” durante tutti i momenti con la sua precisione e discrezione.