Rimaste a lungo sconosciute dai birmani stessi, le grotte di Po Win Daung sono di grandissimo interesse, perché costituiscono il più grande esempio di pitture rupestri dell'Asia sud-orientale.
Ho un ricordo commosso della scoperta di quei tesori segreti, non brillanti e grandi come templi, ma umili e sotterranei, nascosti allo sguardo.
Scavate soprattutto tra il XIV e il XIII secolo, le grotte sono un florilegio di stili e di ispirazioni per glorificare solo Budda. Si pensa che ci siano più di mille statue con la sua effige sparse per tutto il sito.
Mi ha toccato particolarmente il fervore che si sprigiona sempre dal luogo sacro, e qui si tratta più di un luogo di culto in cui i pellegrini e i locali vanno a pregare e a depositare le offerte, piuttosto che di un museo a cielo aperto. Magico e attuale.