Le religioni maggiori
Lo shintoismo è la religione dominante in Giappone (84% dei credenti). Esso è legato, oltre che alla venerazione della natura, alle più antiche forme di culto dell'arcipelago (sciamanesimo, animismo), che con il tempo sono state unite e codificate fino a creare lo shintoismo.
Il buddismo è arrivato più tardi, a partire dal V secolo, importato dalla Cina e dalla Corea. È stata la necessità di trasmettere i suoi insegnamenti a spingere i giapponesi a sviluppare una lingua scritta.
Oggi, il 71% dei giapponesi si dichiara buddista, una cifra che può stupire visto l'imponente numero di shintoisti presenti nel paese. Tuttavia i giapponesi hanno una visione molto libera della religione e spesso ne praticano più di una durante la loro vita, a volte anche contemporaneamente. Molti si identificano nei valori di entrambe le religioni maggiori, praticando una forma di sincretismo antico: lo shinto-buddismo.
Il cristianesimo (2% della popolazione) ha conosciuto una grande espansione a partire dalla metà del XVI secolo, ma la sua proibizione (dal 1614 al 1854) ne ha provocato il declino. Nonostante ciò, rimane la terza religione più rappresentata sull'arcipelago.
Le altre fedi
Tra l'8% delle persone con altre fedi, si contano 100 000 musulmani (di cui il 10% giapponese) e una comunità ebraica arrivata qui in due ondate. La prima, proveniente dalla Siria, dallo Yemen e dall'Iran (verso il 1850), arrivò per fare commercio dopo la fine del blocco economico. La seconda, originaria della Russia (dal 1871 al 1920), era in fuga dalla guerra civile.
Infine, nel XX secolo si sono sviluppate numerose sette, ma in Giappone questo termine non ha la connotazione negativa che ha invece nelle culture occidentali.
