Mi piace molto Gorée, questa isoletta fuori dal tempo, a una ventina di minuti in barca dalla frenesia di Dakar, dove i tubi di scappamento e i rumori della città sembrano lontanissimi. Ho pianto quando ho visitato per la prima volta la casa degli schiavi, un luogo dal passato tragico, testimonianza concreta della tratta degli schiavi, carico delle passate cicatrici e dei graffiti sui muri dei suoi sotterranei.
Poi mi ha spiazzata il contrasto tra l'orrore della casa degli schiavi e il fascino pittoresco delle stradine dell'isola, la bellezza delle facciate coloniali dai colori pastello, e la cortesia della gente.
Sono tornata più volte a Gorée, quando lavoravo a Dakar, per rinfrescarmi nelle acque turchesi delle sue spiaggette di sabbia fine e per gustare frittelle di pesce. A volte concludevo le mie giornate arrampicandomi in cima al bunker, da dove si può ammirare l'oceano Atlantico a perdita d'occhio e la città di Dakar in lontananza. Un panorama da godersi al tramonto con una bella birra Gazelle fresca acquistata presso il bar "Bout du Monde".