Ho attraversato Molinos arrivando da Cafayate e dalla Quebrada de las Flechas. In un solo giorno sono passata in poche ore da un villaggio animato e paesaggi coltivati a vigneto, a un ambiente lunare, arido e roccioso.
Arrivata a Molinos, mi ha sopreso l'atmosfera di un'altra epoca. La chiesa San Pedro Nolasco, costruita nel 1692, è un vero gioiello di architettura coloniale in stile barocco. All'interno, mi sono soffermata sui tessuti artigianali e sulle statue realizzate da artigiani indigeni della provicia.
Altra visita interessante a Molinos è la riserva delle vigogne, mammiferi tipici del luogo. Una scoperta che delizierà piccoli e grandiper chi viaggia in famiglia.
Non ho un ricordo fantastico di los Molinos, anzi. Tuttavia, la regione in cui è situato il borgo è semplicemente splendida e offre tutta una serie di cose da scoprire. Il colpo di fulmine per me intorno a Salta è stato senza alcun dubbio Cachi.
Seguendo il consiglio di una famosa guida di viaggio, mi sono quindi recata a Los Molinos per scoprire la sua architettura, a quanto pare degna di Cusco in Perù. Una descrizione più che invitante... E a dir poco esagerata. Certo, la chiesa è graziosa, ma non vale assolutamente la deviazione di 50 km su una strada caotica (che rende il tragitto lungo e pericoloso). Credo che la cosa più fastidiosa sia stata ripartire dal posto. Pochi turisti e quindi nessun autobus per arrivare a Cafayate, potenzialmente dei taxi privati, la cui corsa sarebbe però costata decisamente troppo cara. Ho quindi optato per l'autostop e, per fortuna, dopo qualche ora, ho trovato l'unica anima pia che percorreva il tragitto in questione disposta ad accompagnarmi, nonostante le restrizioni delle assicurazioni locali in merito agli autostoppisti... Pfui!
Per farla breve, di solito evito di parlare male dei luoghi che ho visitato, ma posso solo dire che questa tappa mi è sembrata un vero inferno. In ogni caso, los Molinos è lontano anni-luce dal rientrare tra le cose imperdibili di un viaggio in Argentina.