I volti dell'India del Sud
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Ho selezionato alcune immagini per me più significative, ma è quasi impossibile scegliere di fronte alle infinite fonti d’ispirazione che mi hanno accompagnato in questo viaggio, che mi hanno permesso di riscoprire ciò che più amo della fotografia: il mettermi in comunicazione con le persone.
I volti del Chettinad
Prima della partenza mi avevano detto che mi sarei innamorato tanto dei luoghi quanto delle persone, ed è stato proprio così. Gli indiani mi hanno accolto nelle proprie terre con un’affabilità educata e sincera, senza temere di farmi domande per conoscermi, desiderosi di raccontarmi la propria storia. Talvolta senza bisogno di parlare.
Mi hanno sorpreso gli abitanti del Chettinad, regione resa celebre dalle lussuose residenze di ricchi mercanti, che di fronte allo sguardo meravigliato dei viaggiatori si fermano per rivelare qualche dettaglio della propria quotidianità. Come quest’uomo, che tramite un lungo passaparola tra gli abitanti del paese va dai viaggiatori per offrirsi di stirare qualche camicia o rammendare. Alterna momenti di assoluta dedizione a momenti in cui si ferma a chiacchierare coi passanti, apparendo a tratti concentratissimo per poi distendersi in un sorriso.








Tra le vie di Madurai
Prima di visitare il tempio di Meenakshi Amman a Madurai, il più grande del sud dell’India, ho deciso di addentrarmi nella vita della città attratto dai profumi speziati, dagli sguardi degli anziani commercianti dallo sguardo ancora vispo e dall’abilità degli artigiani intenti a creare piccole opere d’arte o effettuare riparazioni sartoriali.
Camminare per queste vie è travolgente: la folla sembra danzare all’unisono e le voci dei mercanti risuonano tra una bancarella e l’altra, finché non si rimane colpiti da un dettaglio, e ci si ferma un attimo. Un dettaglio che può essere un’antica macchina da cucire ancora perfettamente funzionante, oppure un esile anziano che trasporta dei tronchi su un carretto facendosi strada nel traffico della città.








I mercati
Gli sguardi più intensi li ho trovati nei mercati: luoghi senza tempo in cui prende vita l’autentica magia dell’India che coinvolge ogni senso. Mi sono trovato catapultato in un’atmosfera unica, guidato esclusivamente dai colori sgargianti, dai profumi penetranti, dai sorrisi cordiali, dalle musiche travolgenti.
Sono arrivato al Banana Market di Madurai poco prima della chiusura e mi sono allontanato dal gruppo perché avevo bisogno di entrare in intimità con questo luogo da solo. Ho deciso di camminare senza una meta, soltanto per esplorare. Da un lato stavano friggendo qualcosa, sentivo sia l’odore sia lo scoppiettare dell’olio, ma non capivo da dove venisse. Assistevo al gesticolare delle trattative tra clienti e mercanti.
E fotografavo tutto ciò che vedevo, perché tutto mi sembrava imperdibile.








In viaggio nel viaggio
L’India è un paese enorme, con distanze spesso immense tra un luogo e l’altro, ma non ci si annoia mai.
Anche il solo osservare dal finestrino l’alternanza di villaggi, campagne coltivate, natura rigogliosa e attività umane rende il tragitto per raggiungere una destinazione un’esperienza al pari della visita della destinazione stessa.
Così, mentre si è in viaggio, talvolta capita di passare di fronte a scuole in cui i bambini si affacciano per salutare gridando “Ta-ta! Ta-ta!”, s’incrociano gli sguardi delle donne intente a lavorare cantando nei campi di riso e si scopre la vera vita quotidiana di chi abita questi luoghi.












Namaste
Ciò che più mi ha sorpreso di questi luoghi è l’orgoglio che gli abitanti hanno nel mostrare la propria cultura, senza temere di essere ripresi da fotocamere. È chiaramente necessario il rispetto della volontà altrui, ma di fronte a una richiesta posta con rispetto e gentilezza difficilmente vi sarà negata una fotografia.
Talvolta non è neanche necessario parlare, basta indicare la fotocamera, sorridere, unire le mani e, qualunque sia la risposta, ricordarsi di dire “Namaste”.
Ricambiate la loro cordialità con altrettanta cordialità e, anzi, non fermatevi alla fotografia: avvicinatevi, parlate con le persone.
Vi accorgerete che non aspettano altro che raccontarsi.




Ricambiate la loro cordialità con altrettanta cordialità e, anzi, non fermatevi alla fotografia: avvicinatevi, parlate con le persone. Vi accorgerete che non aspettano altro che raccontarsi.
L’India è il luogo di maggior ispirazione in cui abbia mai avuto l’onore di fotografare. Spesso mi capita di dover andare alla ricerca delle fotografie che ho in mente, comporle, crearle. In India no. Sono le immagini a bussare alla tua porta. Si mostrano lì, così come sono, già pronte.
Vogliono solo essere rese eterne con uno scatto.
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