
Il reggae
Il reggae è un genere musicale nato alla fine degli anni '60 in Giamaica. Ha raggiunto in breve tempo un successo internazionale ed è spesso associato al movimento rastafari. La musica reggae è cresciuta in un contesto di forte emulazione ed è frutto di numerosi incontri di razze e culture. Affonda le sue radici nella musica black americana (come ad esempio il rhythm’n blues), lo ska e il rocksteady, ma anche nelle musiche tradizionali del continente africano. Nasce inizialmente come musica di contestazione, infatti richiama la fierezza del popolo nero, lo esorta a liberarsi dai suoi complessi e lo spinge verso un ritorno alle radici. Si tratta degli stessi valori del movimento religioso identitario, il rastafarianesimo, in cui Dio è l'imperatore Hailé Selassié I e la Terra Santa è l'Etiopia. Questo genere musicale è dunque relativamente diffuso sul territorio, soprattutto nelle grandi città e a Shashemené.
La musica popolare e tradizionale
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Gli azmari sono cantanti e musicisti equivalenti ai bardi in Europa. Si tratta di una professione aperta sia agli uomini che alle donne. L’azmari è un improvvisatore eccezionale che riesce a trovare in ogni situazione la battuta giusta, il dettaglio comico, la satira che farà reagire il pubblico, accompagnandosi con un masinko o un krar (una specie di lira). Si esibiscono spesso negli azmari bet o nei tedjbet (locali dove si beve un idromele chiamato tedj).
In Etiopia la stragrande maggioranza della popolazione ascolta musica tradizionale, ma soprattutto quella popolare. La ascoltano sui minibus, nei negozi, nei locali... Sempre e ovunque. È suonata, registrata e prodotta nel Paese. Un grande personaggio della musica pop contemporanea etiope è il cantante Teddy Afro.
Il jazz etiope
L'ethio-jazz è nato negli anni '60 nei locali della capitale Addis-Abeba, sotto l'influenza del jazz, della musica tradizionale azmari, di quella latina e della pop-music anglo-americana. Molti gruppi ufficiali, ai tempi i soli autorizzati a suonare dal governo, svilupparono questa musica nell'arco di quindici anni.
Ma è fuori dal Paese che si suona jazz etiope, grazie a due avvenimenti: alla fine degli anni '90, un'etichetta francese indipendente, spinta da Francis Falceto, ripubblica le più grandi voci dell'ethio-jazz, con la fantastica collezione "Ethiopiques", diffondendone la conoscenza in Occidente. Il secondo avvenimento è legato al successo di un film americano di Jim Jarmusch nel 2004, Broken Flowers, nel quale il co-protagonista è un etiope fissato con l'ethio-jazz anni '70. Nella colonna sonora del film, ritroviamo in particolare i successi di Mulatu Atsaké, oggi settantenne, che è stato l'emblema mondiale di questo genere musicale. Ti consiglio di andarlo a vedere al Ghion Hotel, dove ha sede il suo jazz club.